Cosa dire? Questo volume coloratissimo e pieno di informazioni, ricette e curiosità sulla cucina ebraica e sulla cultura di un popolo antichissimo è un libro che non smetto mai di sfogliar e di raccomandare. Anche se, devo confessarlo, mi trovo spesso in imbarazzo. Eh, sì, il motivo è che l’autore, che fra un thriller e l’altro si occupa anche di cultura delle religioni, è Claudio, mio marito. Eppure, questo volume è giunto ormai alla terza edizione, riveduta e aggiornata, dopo essere stato per anni uno dei best seller del settore. Acquistato, per di più, dalle stesse Comunità ebraiche e con molte recensioni decisamente positive.
E come potrebbe essere diversamente? Il libro è riccamente illustrato, 350 immagini a colori, 40 disegni realizzati appositamente dalla bravissima Marcella Brancaforte. Un testo che ci fa entrare davvero nella vita quotidiana di un popolo millenario, spiegando con semplicità il senso profondo delle regole che condizionano la cucina ebraica, le modalità di preparazione degli alimenti, le feste e tante curiosità. Con una raccolta di testi e racconti che parlano di ebrei e di cibo. Senza dimenticare un dizionario dei termini usati e una ricchissima bibliografia per approfondire.
E poi le ricette, tantissime, spiegate con semplicità e corredate di fotografie fatte appositamente. Con sapori di spezie di alimenti che provengono dai quattro angoli del pianeta. Con contaminazioni impensabili come il cuscussù tipicamente livornese o i falaffel israeliani. Dalle salse come la sefardita ajada alla minestra di Esaù in versione romana, dalle azzime fritte al riso e lenticchie; dal brasato Rachele alle triglie alla mosaica e al celebre gefillte fish, il piatto più celebre della cucina ashkenazita; senza dimenticare il vanto degli ebrei romani, i carciofi alla Giudia, la pizza ebraica e la challah, il pane dello Shabbat. E poi tanti dolci come le tasche di Aman, i precipizi per la festa di Chanukkah, il bollo, le mele cotte nel miele per Rosh ha-Shanah, il capodanno ebraico. E, ovviamente, l’insostituibile charoset di Pesach, la Pasqua ebraica, nelle sue tantissime varianti regionali.
Insomma, un viaggio per capire, attraverso la cucina, i sapori e i profumi di una grande cultura e la sua spiritualità. Perché non esiste altro popolo che ha fatto della tavola una specie di altare dove si invoca la benedizione divina e dove si celebrano i momenti più importanti dell’anno. E la cucina è il luogo dove la donna svolge una specie di sacerdozio e dove la memoria e il senso di essere ebrei vengono conservati.
Vi invito quindi a leggere questo libro e a leggerlo con grande attenzione. E a conservarlo come un oggetto prezioso e uno scrigno di meraviglie. Un libro di viaggio d’altri tempi. Così come l’altro libro dedicato alla cucina islamica, sempre di Claudio Aita e sempre pubblicato da Nardini Editore.
Betta
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