Un vino, il Lambrusco, che a torto viene considerato leggero, addirittura poco impegnativo. In realtà, se è vero che ogni vino esprime il carattere del territorio che lo produce, è altrettanto vero che nessun vino meglio del Lambrusco riesce in questo compito. Le sue origini selvatiche, la sua storia di modestia, caparbietà e capacità di conquistare un posto fra i grandi dell’enologia hanno fatto del rosso frizzante più famoso del mondo un esempio di perfetto connubio fra qualità e tradizione.
Per questo, segnalo con piacere questo libro scritto da Michele Franzan e pubblicato da Nardini Editore che racconta, come si dice, “vita, morte e miracoli” di un simbolo della terra d’Emilia e non solo. E che negli ultimi anni, da vino di consumo, addirittura povero, ha raggiunto una qualità fino a poco tempo fa insospettabili. Merito del lavoro intelligente e costante degli emiliani che in fatto di sapori ne sanno una più del diavolo.
Il libro reca il marchio del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi e quindi, il libro parla di questo territorio di produzione che, beninteso, non esaurisce tutto l’argomento. Perché si fa presto a parlare di Lambrusco. Ma quale? Quello di Sorbara, di Salamino, di Grasparossa, di Montericco, di Fontana… e via di questo passo.
Leggere questo libro non è solo un viaggio in un territorio unico per la ricchezza dei suoi sapori, ma nella storia, nella letteratura (pensiamo solo al rapporto di Giosuè Carducci con il Lambrusco) e così via. Un territorio che vuol dire anche aceto tradizionale e balsamico, parmigiano reggiano, nocino, tortellini, affettati e via di questo passo. Per un’appassionata di cucina come me c’è da farsi venire le vertigini.
E in fondo, dopo tante notizie, anche “tecniche”, troverete molte ricette da gustare assieme al Lambrusco. Un autentico matrimonio d’amore fra grandi sapori. Dal tradizionale erbazzone ai tortellini in brodo (nella versione modenese, ovviamente), dal risotto all’emiliana al locale calzagatti, un piatto povero con i fagioli. E per finire, magari, con il tipico bensone, un dolce da intingere, si dice, nel vino. E qui il cerchio si chiude.
Ti è piaciuto questo contenuto? Allora condividilo! Facendo click su "Print", puoi stampare la ricetta o salvarla in pdf. E non dimenticarti di lasciare il tuo commento. Grazie.